Giro del Medio Oriente in quaranta giorni con Pier Paolo Pisolini alla ricerca del sesso perduto per tre ore e mezzo di “Arabian Nights”

di rosalba

Photo 13 – Dicembre 1974

Gran parte degli oltre centomila metri di pellicola dell’ ultimo film di Pier Paolo Pisolini,“Mille e una notte “, sono stati girati, la scorsa primavera alla temperatura di ben 45° all’ ombra.
Ma per quanto concerne le cifre, questa, non è l’ unica a costituire un record
Mario De Biase, direttore di produzione, dice che il film, prodotto dalla PEA, costerà oltre il miliardo e mezzo
Sostituire i fondali finti con i posti autentici dell’ Etiopia. Dello Yemen del Nord, dello Yemen del Sud e della Persia non è stato solo una spesa di trasporto ma anche di ricerca da parte del gruppo composto da Pasolini, l’ aiuto Angelucci, l’ assistente Shepherd, il direttore della fotografia, Ruzzolini, il fotografo di scena A. Pennoni ed il direttore di produzione De Biase
Ricerche durate un anno e che sono continuate ancora durante le pause di lavorazione del film. E poi, ci sono quaranta milioni spesi per i costumi che contrariamente alle previsioni sono stati usati solo in piccola parte
Gli attori professionisti Franco Citti, Ninetto Davoli e l’ immancabile “passaggio“ dell’ abitué Silvana Mangano sono certamente la spesa più cospicua poiché tutti gli altri, come vuole la consuetudine Pasoliniana, sono “scoperte“
E la pellicola? Beh, tutto sommato è il meno. Il guaio sarà semmai visionarla tutta in moviola per il montaggio che, come il soggetto, la sceneggiatura, la regia, le riprese in macchina, il PPP nazionale farà da solo
D’ altra parte quel paio di centinaia di milioni in qualche modo se li dovrà guadagnare. E si sa che gli americani, sì perché pare che gran parte dei finanziamenti vengano dagli USA, sono certamente sensibili al concetto d’ arte e del tutto insensibili all’ arte in perdita cosi come alla ideologia del fautore del loro profitto. La cosa è reversibile e lascia tutti molto contenti, sotto sotto
Quando ho avuto in mano il copione del film, a pochi giorni dal primo ciack, il suo spessore, per le molte limature si era dimezzato, era sceso a livello 500 pagine. Mentre la durata “fiume” preventiva si manteneva sempre sulle tre ore

Il sesso previsto c’ era tutto, e forse anche di più

A questo proposito, pensando a tutte le inevitabili grane che salteranno fuori allorché il film verrà messo in circolazione, vien fatto di chiederci se, al di là delle immediate apparenze sulle quali si può sempre equivocare, “quel gran poeta reazionario”, come ha definito Pasolini il suo ex aiuto Bernardo Bertolucci, non sia veramente dotato di quella stoffa speciale che fa di un uomo un poeta e di un poeta un martire
Il fatto che “I racconti di Canterbury” ed Ultimo Tango a Parigi”, siano ancora attualmente sotto sequestro è un chiaro indice di una situazione di fatto contro la quale, chi voglia farsi fautore del concetto di libertà in cinema, dovrà andare a cozzare
L’ operazione “politica”, per coloro a cui di politica piace parlare ma sono ben lontani dal capirne qualcosa, questa volta scatta direttamente, è immediata, è globale
Il nudo, il sesso, il raccontare visivamente di sesso, usare il sesso per raccontare, non offende solamente la vuota retorica di uno sclerotico sistema borghese, ma offende soprattutto la vuotezza ideologica di coloro che borghesemente si comportano al di là della loro appartenenza di “classe”
Per disilludere quelli che a tutti i costi il “modo” di raccontare cinematograficamente dell’ amore, del sesso, è un modo sottovoce. Fra pochi intenditori, fra frequentatori di cineforum. Non è il modo di “massa”,  che è bene non ritenere adulta, che è bene  diventi tale il più in là possibile
Ma non si capisce bene perché, ma gli americani lo sanno, i film di Pasolini finiscono per avere proprio un grosso successo di “massa”. Ciò ovviamente è fonte di preoccupazione per molti che si accorgono che la “massa” cambia aspetto di volta in volta, quando va al cinema, quando va alle elezioni, ecc. Ma, se si può dire, il divertente è che, in un certo senso, “tutto il mondo è paese”, quando si parla di sesso
Infatti, non appena raggiunsi la troupe a Sanna’a, nello Yemen del Nord, la prima notizia che mi diedero fu che le scene erotiche non si sarebbero potute girare poiché in quel Paese le autorità non lo avrebbero permesso, e così nel Sud
Le scene degli amplessi è stato possibile girarle in Persia, ad Esfahan, l’ antica capitale, dove la troupe era arrivata dopo avventuroso viaggio: Aden, Kuwait, Abadan ed Esfahan
Lì ad aspettarci c’ era già Barbara Grandi che con Ines Pellegrini, ventenne, italiana dalla “pelle di luna”, ha il ruolo “erotico” più importante a fianco di Franco Citti. Barbara era stata vista da Pasolini per il Decamerone ma allora era stata giudicata troppo giovane; oggi, invece, a tredici anni è donna quanto basta per sentirsi defraudata per essere stata “configurata” in una sequenza in cui il suo personaggio fa l’ amore con il proprio eroe

1001 incubi di giorno e di notte: la tecnica al disservizio del fotografo

Parrà quasi impossibile da credersi, ma per taluni lavori esistono tuttora delle non meno credibili difficoltà di ordine tecnico-fotografico che impediscono la standardizzazione del materiale sensibile invertibile da usare per un servizio comprendente le più differenti situazioni d’ illuminazione
Nel nostro caso si tratta di una serie di riprese effettuate sul set del film “Mille e una Notte” ed una serie effettuata a margine dello stesso. Unico tentativo di standardizzazione per il colore è stato usato l’ uso di una sola marca, la Kodak, con le versioni dias EX, EH ed EHB; per il bianco e nero invece Ilford FP4 ed HP4. L’ uso della EX era indirizzato alle condizioni più “normali” d’ illuminazione mentre la EH, High Speed, più morbida e con maggior latitudine d’ esposizione doveva compensare la criticità dell’ illuminazione per la mancanza generale di luce o per la presenza di contrasti esagerati
All’ EHB era demandato il compito delle riprese in interni con lampade non tarate per la luce diurna. Ma, salvo per le riprese in esterni fatte con EX, 64 ASA ed EH, 160 ASA, in interni a luce diurna od luce artificiale le sensibilità nominali si dimostrarono subito insufficienti. La soluzione prevista era quella di sottoesporre di due-tre diaframmi per poi “tirare” in sviluppo. Ma le previsioni non avevano tenuto conto che i trenta rullini di EH ed EHB potevano venire “sottratti” (leggi: rubati) lasciando alla EX, unica pellicola reperibile in Persia, al prezzo unificato di3.600 lire, il compito di risolvere tutte le situazioni. Con la pellicola usata per 500 ASA, cioè esposta a meno tre stop, con un filtro di conversione davanti per alzare un poco la temperatura colore, particolarmente bassa perché il generatore forniva una tensione inferiore a quella richiesta, il tempo di esposizione che ne risultò fu di 1/30 a f 2,8. Queste sono, nel caso dell’ uso del 135 mm, le condizioni minime di sicurezza di fronte ad un soggetto fermo e su un piano preciso di fuoco
Esattamente il contrario delle condizioni operative: attori in movimento in uno spazio tridimensionale
Naturalmente l’ impiego del motore della F2 alla massima velocità di ripresa, poco superiore a 4 fotogrammi al secondo, rese drammatica la situazione in quanto si dovette usare 1/125 con il 35 a f 1,4 e l’ 85 a f 1,8
Condizioni non ideali per una perfetta messa a fuoco né per la massima risoluzione ottica in linee x mm, ma condizioni reali dove al variare di tutti gli elementi dell’ equazione uno rimaneva fisso, il risultato
Quella vecchia volpe di Angelo Pennoni, il fotografo di scena, uno dei più bravi, preparati e seri  fotografi romani, aveva risolto il problema come l’ esperienza gli aveva consigliato: poco invertibile per casi particolari e tutto il resto negativo a colori e b/n leggermente  “tirato”. Ciò consentiva la possibilità di ignorare la qualità della luce di ripresa il cui equilibrio si sarebbe ripristinato in stampa, sia su carta che in trasparenza, consentendogli così di disporre di una sensibilità base dell’ ordine dei 200 ASA.
Sempre superiore a quella reale ottenuta con il materiale invertibile per luce diurna tirato, poi ridotto nuovamente a meno del punto di partenza da filtri di conversione e dalla qualità della luce e senza possibilità di ulteriore correzione